venerdì 29 maggio 2015

La cooptazione, il cancro della democrazia



Londra - Un amico ed iscritto al Gruppo #Italia2.0 di facebook ha chiesto un mio intervento sulla cooptazione nella politica.

Per capire questo meccanismo vediamo prima cosa è la cooptazione a carattere generale.

La cooptazione è un metodo per la scelta dei nuovi membri di un organo collegiale che consiste nella loro "elezione" da parte dell'organo stesso.

La cooptazione rientra tra i metodi non democratici, in quanto le persone cooptate non sono espressione di un gruppo sociale esterno al collegio e quindi rappresentativi dello stesso gruppo sociale. 
Per questo motivo la cooptazione si ritrova spesso in regimi dittatoriali, aristocratici o oligarchici, dove rappresenta uno strumento di potere del gruppo dominante.

Nei moderni stati democratici la cooptazione è stata generalmente abbandonata

Tuttavia trova ancora qualche applicazione quando si vuole garantire una particolare indipendenza all'organo e quando si rende necessario ristabilire la pienezza della composizione di un collegio, dopo che alcuni membri sono cessati, se non è possibile o troppo onerosa l'elezione dei sostituti con le modalità ordinarie. In quest’ultimo caso i membri cooptati rimangono in carica solo fino alla scadenza del mandato di coloro che hanno sostitituito.

Premesso questo vediamo la cooptazione nella politica italiana.
E’ una strategia antidemcoratica dove un ristretto gruppo di persone “nomina” altri all’interno degli organi statutari del partito o “nomina” persone di sicuro eleggibili all’interno degli organi legislativi e governativi in ambito nazionaloe, regionale e locale.

Nel dopoguerra la cooptazione è stata usata dal Pci che, Il segretario del partito nominava i partecipanti al Comitato Centrale sino alla più sperduta sezione di un villaggio italiano.

Negli altri partiti c’era la lotta politica delle tessere e della ricerca del consenso tra il proprio elettorato.

Con la legge Mattarella del 1993 (scritta dall’attuale Presidente della Repubblica) la cooptazione ebbe un ulteriore sviluppo.

Con i collegi uninominali e le liste bloccate per la quota proporzionale il fenomeno si è notevolmente potenziato e la cooptazione è diventato lo strumento di regime tutt’ora esistente.

Berlusconi è stato il primo ad usarlo sullo stile dei consigli di amministrazione delle prorpie società, ma poi si sono tutti adeguati ed adeguate.

Poi con il "Porcellum" ancora un sensibile sviluppo della cooptazione.

Lega, Ds, poi l’Ulivo, la Margherita, Alleanza Nazionale, Pdl, il Pd (con primaria farza) ora praticano questo strumento con più intensità.

L'unico che non adotta la cooptazione è il Movimento dei 5 Stelle.   

Basta essere amico, conoscente, amante, socio d’affari, fratello di loggia, amico dell’amico per diventare parlamentare, consigliere regionale o comunale.
 
Ed essere in grado di genoflettersi davanti al "boss"


Per esempio personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport, della finanza sono stati cooptati” per raccogliere consensi generali ma sopratutto per averli come "dipendenti eletti" nelle assemblee legislative.

Il consenso quindi è dato ad un “uomo immagine” che i media italiani chiamano leader, senza poter far esprimere con la preferenza il gradimento di un candidato.

Questo è il motivo perchè una intera generazione di persone della società civile ha alzato bandiera bianca disinteressandosi completamente della vita politica italiana.


E gli elettori? 
Semplici “piccioni” alla ricerca, sotto lo sguardo attento del duce di turno, di una briciola da mangiare per sentirsi cittadini vivi inconsapevoli del loro ruolo marginale od inutile che media, tutti, hanno volutamente costruito intorno al popolo sovrano che sovrano non lo è più, e, non lo sa.

Non lo è più proprio grazie alla cooptazione.

Riccardo Cacelli 

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